News ed eventi

Losone in arancio contro la violenza sulle donne

La Torre ERL illuminata di arancio per riflettere sulle cause della violenza contro le donne nella giornata dedicata alla sua eliminazione

Da mercoledì 25 novembre 2020 la torre dell’ERL (Energie Rinnovabili Losone SA) è rimasta illuminata di arancione per una settimana.

 

Il Comune di Losone ha, infatti, aderito all’appello dei Zonta Club di Lugano e Locarno, che unitamente ad altre associazioni femminili della Svizzera italiana, hanno invitato i Municipi a dare un simbolico segnale contro la violenza sulle donne nella giornata internazionale designata alla sua eliminazione.

 

Più di 7 omicidi su 10 hanno come vittime donne e uno su tre è avvenuto tra le mura di casa. Fortunatamente non tutti gli atti violenti contro le donne terminano con la morte.

 

Tuttavia, la violenza domestica, che vede le donne come principali vittime, sta aumentando. Nel solo 2019 la polizia ha registrato quasi 20'000 reati commessi in ambito domestico. Un aumento del 6% rispetto all’anno prima.

 

Come si elimina la violenza contro le donne? Cosa possiamo fare noi?

 

Quella torre illuminata in arancione aveva lo scopo di stimolare anche queste domande. Troppo spesso molte persone credono che sia qualcosa che non le riguardi.

 

È facile pensare che sia sufficiente dire, agli altri e a sé stessi, di essere a favore della parità di genere. Tuttavia i pregiudizi di genere richiedono un cambio di mentalità e comportamenti molto più profondo. Bisogna iniziare a chiedersi perché una donna ha 4 volte più probabilità di essere uccisa rispetto a un uomo.

 

Non c’è un unico fattore nella nostra società che può spiegare questa sproporzione di violenza rivolta verso le donne. Piuttosto è il risultato di un insieme di elementi che interagiscono fra loro. Alle radici del problema ci sono componenti culturali, economiche e politiche.

 

I pregiudizi della società

La violenza è l’espressione fisica della storica ineguaglianza di potere tra donne e uomini. Disoccupazione e povertà rendono particolarmente visibile questo conflitto.

 

Quando una donna è disoccupata, per le ragioni più diverse, la povertà crea una dipendenza che la scoraggia ad abbandonare un compagno violento. Ma anche una donna che lavora e supporta la famiglia rischia di essere vittima della violenza di un marito, soprattutto se disoccupato.

 

L’indipendenza economica e sociale della donna è percepita come una minaccia alla sua identità di uomo impostagli fin dall’infanzia dalla società.

 

Una società di cui siamo tutte e tutti parte. Ognuno di noi contribuisce, in misura differente, a tramandare discriminazioni sessiste nella vita quotidiana e, indirettamente, concorre a creare il terreno su cui poi può esplodere la violenza contro le donne.

 

Quando la mamma chiede alla figlia di aiutarla a servire a tavola, mentre il papà e il fratello stanno seduti a chiacchierare, che messaggio viene trasmesso ai ragazzi?

 

Quando un bambino viene sgridato perché vuole giocare con una cucina giocattolo, che segno lascia questo rimprovero?

 

Quando una bambina si sente sempre rivolgere complimenti di quanto è “bella”, mentre a suo fratello gli ripetono quando è “sveglio”, che immagini avranno di loro stessi?

 

La forza del linguaggio paritario

Il modo in cui parliamo influisce anche in maniera più sottile nel plasmare e rinforzare la diseguaglianza di potere fra l’uomo e la donna.

 

Per molto tempo la presenza femminile è stata messa nell’ombra dietro false consuetudini grammaticali. Nomi e pronomi maschili sono spesso utilizzati in senso generico per indicare sia le donne sia gli uomini.

 

Sembra una piccolezza, ma queste scorrettezze linguistiche fanno letteralmente scomparire le donne dalla nostra memoria e immaginazione. Se qualcuno si complimenta con “tutti gli informatici per il loro lavoro”, automaticamente concludiamo che sono tutti uomini, nonostante ci siano tante informatiche.

 

In certi ambiti lo sforzo di eliminare la presenza femminile è così radicato che persino per rivolgersi a una donna sola si arriva a utilizzare il maschile come nel caso di “medico”. Ma perché ci può essere una cuoca e non una medica?

 

Al riguardo una serie di ricerche hanno ottenuto risultati illuminanti sulla importanza della doppia forma. Quando in un annuncio di lavoro la posizione viene pubblicizzata sia al maschile sia il femminile, le donne sono più propense a candidarsi. E non è tutto. L’uso della doppia forma influenza anche il personale delle risorse umane che giudica in maniera neutrale le candidature.  

 

Il femminile esiste

Rendere visibili le donne nel linguaggio quotidiano le incoraggia a farsi avanti sul lavoro e a essere valutate con equità. Abbiamo già accennato come povertà e disoccupazione siano strettamente legate alla violenza. Promuovere la parità di trattamento sul lavoro può aiutare ad uscire da quel circolo vizioso. 

 

Non lasciamo che la giornata dell’eliminazione della violenza contro la donna sia solo un momento per riempirsi la bocca di biasimi per chi picchia una donna. Cogliamo l’occasione per riflettere sui nostri comportamenti, sulle nostre parole.

 

Nessuno di noi può eliminare da solo la violenza, ma possiamo agire nella nostra vita di tutti i giorni per eliminare quei pregiudizi che, per quanto sottili, contribuiscono alle discriminazioni.

Giovedì 3 Dicembre 2020Ritorna
La torre della ERL a Losone illuminata in arancio per la Giornata contro la violenza sulle donne.

Torna su