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Energie Rinnovabili Losone: scaldarsi con il legno, un progetto di successo

Il rifornimento di nafta e altri oli combustibili è sempre più costoso e incerto, ma a Losone la centrale a cippato mostra che le alternative funzionano.

Il protrarsi dell’incertezza a livello internazionale sta facendo preoccupare non poche famiglie losonesi. L’aumento dei costi dell’energia rischia di farsi sentire in maniera particolarmente violenta quest’inverno, quando dovremmo accendere i riscaldamenti.

 

Nonostante il gas naturale rappresenti una porzione insignificante dei consumi della popolazione losonese, il suo rifornimento discontinuo nel resto della Svizzera e dell’Europa si ripercuote suoi prezzi delle altre fonti energetiche. Il nostro Paese produce la maggior parte della sua energia da fonti rinnovabili, in particolare con l’idroelettrico, ma la produzione locale non copre neppure il 20% del fabbisogno nazionale.

 

La Svizzera dipende, quindi, fortemente dalle importazioni per i propri consumi energetici. L’acqua non è, però, l’unica risorsa locale di cui dispone il nostro Paese. Il legno è una delle poche materie prime di cui siamo particolarmente ricchi, soprattutto al di qua delle Alpi. Oltre la metà del Canton Ticino è, infatti, ricoperto da foreste, mentre i Grigioni, nonostante i boschi rappresentino solo il 30% del territorio, possono vantare la superficie più estesa: quasi 210'000 ettari.

 

Una risorsa in gran parte ancora trascurata, ma non a Losone, dove nel 2015 è stata inaugurata l’allora più grande centrale a cippato del Ticino dalla Energie Rinnovabili Losone (ERL SA).

 

Dalla biomassa al legno

“I primi studi risalgono, però, al 2003,” ci tiene a precisare Alberto Colombi, presidente dell’ERL SA, “anno in cui il Municipio ha commissionato lo studio della pianificazione energetica del Comune per identificare i possibili sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile e le zone potenzialmente interessanti per la costruzione di centrali termiche di quartiere.”

 

Le fonti di energia rinnovabili furono individuate in: energia solare, acqua di falda, biomassa (rifiuti verdi), il collettore IDA (acque luride) e cippato, che, per chi non lo sapesse, è legno ridotto in schegge. Inizialmente il Municipio rivolse la sua attenzione alla biomassa. Il progetto prevedeva di trattare fino a 10 tonnellate di rifiuti verdi all’anno che avrebbe permesso di produrre due milioni kWh/anno di elettricità. Inoltre, con l’energia termica prodotta si sarebbe potuto essiccare e comprimere i rifiuti verdi fermentati da utilizzare poi come combustibile nelle centrali a legna.

 

“Problemi e lungaggini burocratiche (piazze di trattamento, trasporti, pianificazione cantonali non pronte) hanno imposto la rinuncia al progetto,” taglia corto Colombi che in quel periodo sedeva in Municipio. Nel 2007 si è, quindi, passati al progetto preliminare di 2 centrali a cippato con cogenerazione (produzione di energia elettrica) per poi indirizzarsi al progetto di una sola centrale a cippato nella zona Saleggi-Ponte Maggia.

 

“In Ticino la produzione di legname d’energia era molto sviluppata negli anni ’50 con quantitativi superiori a 250'000 m3 di legna da ardere (equivalenti a 1'250’000 m3 di cippato) rispetto agli attuali 40'000 m3,” ricorda Colombi. In Svizzera il legno era la seconda più importante fonte d’energia dopo il carbone, ma successivamente è stato rapidamente soppiantato dal petrolio. Tuttavia, quando gli svantaggi ambientali dei combustibili fossili sono diventati palesi, il legno è tornato a essere preso in considerazione come alternativa particolarmente sostenibile.

 

Gli attuali ritardi e difficoltà nelle catene di approvvigionamento hanno conferito a questa materia prima un ulteriore vantaggio. Il legno è una risorsa rinnovabile che si autogenera e viene prodotta direttamente sul territorio, evitando le incertezze dei rifornimenti esterni.

 

“Con la sola produzione boschiva del territorio del Comune, si potrebbero produrre più di 4'000'000 kWh/anno di energia termica.”

 

Una nuova torre per Losone

Nel 2008 è stata creata la società tra Comune, Patriziato e Società Elettrica Sopracenerina, in parti uguali, con lo scopo di continuare la progettazione. Gli studi sono proseguiti, individuando nell’area di proprietà del Patriziato, adiacente la Scuola Media, la posizione ideale per la nuova centrale.

 

“È stato necessario modificare il piano regolatore del Comune,” racconta Colombi, “proseguire la progettazione della parte termica, indire un concorso pubblico di progetto con 7 studi di architettura ticinesi che ha visto vincere il progetto dell’architetto Francesco Buzzi.”

 

Un progetto architettonico particolarmente innovativo, grazie alla scelta di interrare completamente l’impianto con imprescindibile eccezione dell’elegante torre che è ormai forse il monumento più riconoscibile della zona Ponte Maggia. Mentre si preparava la domanda di costruzione definitiva, si è proceduto ad informare la popolazione con serate pubbliche.

 

“Era fondamentale riuscire a interessare possibili proprietari all’adesione al progetto con la sottoscrizione di un contratto d’allacciamento,” ricorda Colombi. “A mano a mano della crescita degli interessati, la rete teletermica si sviluppava e si snodava per seguire gli utenti interessati fino a giungere ad una lunghezza di circa 3 km.”

 

Finalmente alla fine del 2013 sono iniziati i lavori e già nel 2015 la centrale ha iniziato a produrre calore per i primi due utenti allacciati: le Scuole elementari comunali e il Mercato Cattori. La rete ha continuato lo sviluppo negli anni a seguire per giungere a oggi ad un totale di 74 utenti allacciati.

 

“Fra questi utenti vi sono grosse industrie, commerci e servizi oltre che palazzine residenziali di grandezza variabile,” precisa Colombi, “a scopo di confronto, l’energia termica distribuita equivarrebbe alla distribuzione a 400-600 case unifamiliari.”

 

La rete delle tubature dell’ERL si ramifica al di sotto del manto stradale, dove il calore viaggia fianco a fianco con la fibra ottica, l’acquedotto e la rete elettrica. “A oggi, la lunghezza totale della rete principale è di quasi 4.5 km, praticamente tutta su strade comunali, e la somma della rete secondaria nei sedimi privati è quasi 2 km,” spiega Colombi.

 

La mappa delle rete di teleriscaldamento della centrale termica ERL.

 

Come funziona la centrale ERL

Il cippato è portato nel silo di 500m3 di volume per mezzo di autocarri direttamente da parte del consorzio fornitore, composto da sei aziende forestali della regione in funzione del grado di riempimento e con una frequenza dipendente dalle stagioni e della richiesta di energia termica.

 

Il cippato viene, quindi, convogliato in modo automatico alle 2 caldaie in modo indipendente che produce calore che riscalda un circuito interno di acqua che porta la temperatura dell’acqua in entrata da 50-60°C fino a 95°C. L’acqua così riscaldata viene immagazzinata negli accumulatori e da lì viene pompata nella rete principale, ad una temperatura variante da 85°C in inverno a 78°C in estate.

 

“La fornitura di calore copre tutto l’arco dell’anno, per il riscaldamento e acqua sanitaria in inverno e per l’acqua sanitaria in estate,” precisa Colombi. L’acqua, però, non entra direttamente negli edifici, ma grazie ad una sottostazione provvista di scambiatore di calore, cede il calore all’acqua del circuito interno che di regola entra a 35-40°C ed esce a 65°-70°C, a seconda delle caratteristiche dell’edificio.

 

“Una volta ceduto il calore, l’acqua prende la strada del ritorno verso la centrale per essere nuovamente riscaldata e rifare il percorso,” prosegue Colombi. “Si tratta di un circuito chiuso: la quantità d’acqua non cambia, cambia solo la temperatura.” A partire dal 2016, la società ha sempre chiusi i bilanci con utili che le hanno permesso di ammortizzare gli investimenti fatti secondo i piani di rientro definiti nel piano finanziario.

 

Oltre agli introiti per la vendita di energia agli utenti, la società riceve dalla fondazione MyClimate oltre 100'000 franchi all’anno per la vendita dei certificati CO2 per la non immissione di anidride carbonica supplementare nell’atmosfera. Il cippato che viene bruciato nella centrale libera nell’aria la stessa quantità di CO2 (anidride carbonica) che l’albero aveva precedentemente assorbito durante la crescita. La stessa quantità di CO2 che sarebbe stata rilasciata nell’atmosfera anche se il legno si fosse decomposto nel bosco alla fine del suo ciclo vitale.

 

L’indotto per la regione è grande; la società paga annualmente, solo per citare i più importanti, oltre 500'000 franchi per la fornitura di cippato alle aziende forestali, oltre 120'000 franchi per i lavori di manutenzione e controlli e oltre 100'000 franchi per la gestione e la sorveglianza tecnica.

 

La centrale losonese è ancora oggi una delle più grandi della Svizzera italiana. Anche se al momento non è in corso la progettazione di un’estensione della rete principale, la società non esclude di espandersi. “L’eventuale prosieguo del progetto dipende dalle domande di futuri utenti interessati e dalla loro ubicazione,” conclude Colombi.

 

Le domande potrebbero probabilmente crescere nei prossimi mesi in vista dell’inverno e del rischio sempre più dichiarato di carenze energetiche. È sicuramente rassicurante sapere che la centrale è stata già progettata per permettere il raddoppio della potenza in caso in futuro ce ne fosse l’esigenza.

 

COME ALLACCIARSI ALLA RETE DI TELERISCALDAMENTO ERL

 

Come ci si può allacciare alla rete di teleriscaldamento ERL?

 

Eventuali interessati i cui edifici si trovano in prossimità della rete principale possono contattare la società al seguente recapito info@erl-sa.ch:

  • per l’allacciamento vero e proprio è necessario costruire una derivazione che dalla tubazione della rete principale porti l’acqua nella sottostazione che dovrà essere installata nell’edificio,
  • il costo di questo allacciamento viene pagato una volta sola e vale per 30 anni (compreso spese di manutenzione, riparazioni, ecc),
  • per la fornitura di energia termica viene stipulato un contratto di fornitura.

Chi può far domanda per allacciarsi alla rete di teleriscaldamento dell’ERL e come funziona la procedura?

 

Tutti gli interessati possono chiedere senza impegno e senza costi un preventivo per l’allacciamento al teleriscaldamento e i costi di fornitura dell’energia; se l’edificio si trova nei pressi dell’attuale rete la messa in funzione richiede alcuni mesi, il tempo necessario per la domanda di costruzione, la progettazione, la costruzione del tratto di rete fino all’edificio, la posa della sottostazione e il collaudo.

 

Esistono degli incentivi che possono essere richiesti per l’allacciamento alla rete dell’ERL?

 

Chi si allaccia alla rete di teleriscaldamento può richiedere l'incentivo cantonale (Decreto esecutivo del 12.07.2021- per potenze fino a 500 kW) di 5'000 franchi a cui si aggiungono 50 franchi per ogni kW di potenza installata: per una casa monofamiliare, con una potenza installata di 15 kW il sussidio ammonta a 5'750 franchi che copre una parte dei costi di allacciamento.

 

Questa procedura viene fatta dai tecnici dell'ERL che devono poi inviare tutta la documentazione a collaudo avvenuto agli enti preposti.

Martedì 11 Ottobre 2022Ritorna

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